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Fave

 

La fava è una leguminosa della sottofamiglia delle Papilionacee, detta anche la carne dei poveri. È il frutto della pianta Vicia faba, presente nei baccelli. Il numero di semi è variabile e possono avere colori diversi a seconda del tipo. Si trovano in commercio fresche in primavera, secche tutto l'anno.

Utilizzo principale

 

Le fave fresche primaverili si possono consumare crude, condite con olio e abbinate a salami o pecorini. Si usano le fave anche per preparare degli ottimi purè, minestre, zuppe.
 

La pianta
 

È una pianta annuale, che si semina in genere a novembre e dicembre in terreni argillosi. Il suo clima ideale è il temperato asciutto. Il fusto eretto può esser alto circa un metro. I frutti sono baccelli schiacciati lunghi fino a 30 cm, che contengono appunto le fave.
 

Stagionalità
 

In primavera sono ottime crude fino a Giugno. Tutto l'anno sono in vendita le fave secche, sgranate e a volte private della buccia che risulta esser dura. Se vendute prive della pellicina non richiedono ammollo.
 

Come scegliere

 

Verificare che i baccelli risultino croccanti e pieni, privi di macchie e screpolature. L’interno del baccello deve essere umido e fresco.
 

Come pulire e sgranare

 

Sgranare le fave dal baccello, romperne le due estremità, tirare il "filo", e prelevare i semi. Occorre ammollare le fave per un tempo che varia dalle 16 alle 18 ore, in acqua. Se fresche primaverili non occorre l'ammollo. La parte edibile delle fave è il 26%. Si consiglia di eliminare la pellicina sottile presente sul seme, soprattutto per preparazioni cremose e per renderle più digeribili.
 

Come si conserva

 

Se non vengono consumate subito si possono essiccare. Possono essere congelate: dopo averle sbollentate per circa 3 minuti, si lasciano raffreddare e si ripongono in sacchetti di plastica.

 

Come cucinare
 

Le fave sono un alimento base per molte ricette dell'Italia centro meridionale. Si abbinano in piatti a base di carne di maiale, pancetta o lardo, o ad erbe aromatiche. Esistono poi svariate ricette per le preparazioni cremose che derivano dalla polenta morbida consumata in epoca romana dalla plebe: puls fabata. Tipica ricetta con le fave è il macco, foto a sinistra, (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata) e l'incapriata che unisce al purè di fave la cicoria lessata.

           

Zona di origine

 

Originaria dell'Asia minore.
 

Nutrizionali
 
  • Fra i legumi sono i meno calorici. Le fave sono ricche di proteine, ferro (ne contengono di più delle uova), fibra, sali minerali.

 

  • Le fave fresche contengono anche una sostanza chiamata L-dopa, che sembra essere in grado di aumentare la concentrazione di dopamina nel cervello.

 

  • Le fave sono indicate per combattere l’anemia.

 

  • Sono energizzanti, depurative e toniche.

 

  • Adatte agli sportivi, ai bambini debilitati, a chi soffre di astenia da cambio di stagione.

 
Nella storia

 

  • Si dice si sia diffusa in Europa già durante l'età del bronzo e del ferro, ma le testimonianze più importanti sono le numerose citazioni di epoca romana e greca.

 

  • Il primo a nominarla fu Omero nell'Iliade.

 

  • Pitagora ne diede un giudizio morale, proibendone il consumo ai seguaci. Pare che Pitagora fosse affetto da favismo. Alcuni sostengono che le fave fossero per i pitagorici la rappresentazione delle porte dell'Ade.

 

  • Erodoto riferisce invece che i sacerdoti egiziani non potessero mangiare le fave inquanto erano considerate cibo impuro. 

 

  • Nella storia le fave furono anche utilizzate nelle elezioni dei magistrati, come mezzo di calcolo, (Plutarco), suddivise in bianche e nere. Solo così venne a decadere l'ordine di astenersi alle fave, in quanto per Plutarco rinuniciare ad esse voleva dire astenersi dal voto.

 

  • Poi Apicio nel "De Re coquinaria" ne raccontò alcune ricette.

 

  • Nel Medioevo il consumo di fave divenne abitudine delle classi più povere.

 

  • Con la scoperta dell'America iniziò il declino delle fave a favore del fagiolo.

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